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I muri non risolveranno la crisi dei rifugiati

In occasione dell’inaugurazione della 71esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, si terrà il vertice “Sui Grandi Movimenti di Rifugiati e Migranti”, “Global compact for responsability sharing for refugees; respect for international law”, in inglese. La gestione dei flussi migratori è oramai al centro delle agende non solo nazionali ed europee, ma anche in quelle della governance globale.

Da New York arriva un approccio nuovo alla questione migratoria, che mi sento di condividere con un misto di orgoglio e contentezza anche perché è stato sposato dal Ministero dell’Interno italiano. Il tratto principale di questo nuovo approccio è costituito dalla presa di coscienza che la creazione di muri, o filo spinato che dir si voglia, non possa più costituire una risposta condivisibile e accettabile per far fronte alle ingenti pressioni migratorie che vedono molto spesso l’Italia in prima linea.

Il vertice sui grandi movimenti di rifugiati e migranti si è tenuto il 19 e il 20 settembre. Il vertice si è articolato in una sessione plenaria e in sei Tavole Rotonde e, per la prima volta, l’Assemblea Generale ha voluto un summit di Capi di Stato e di Governo che si concentrasse sui grandi movimenti di rifugiati e migranti, al fine di elaborare ed implementare un progetto internazionale per un problema di tale natura. Da questo punto di vista, il summit si presenta come rivoluzionario in quanto si focalizza sulla necessità di una risposta globale ed efficace ad un problema ch non può più essere eluso, né tanto meno risolto con la creazione di nuove barriere.

Aldilà dell’aspetto rivoluzionario del summit, ciò che mi sento di condividere e di diffondere è il messaggio italiano veicolato in seno al vertice. Un messaggio che rifiuta la costruzione di muri ergendosi a baluardo del salvataggio delle vite umane nel Mediterraneo e dell’accoglienza all’interno dei confini nazionali. Un messaggio che si concentra sulla necessità di condividere responsabilità nell’ambito della gestione dei migranti e dei rifugiati, ma che tuttavia non vuole rinunciare agli esempi di umanità che abbiamo visto fino ad oggi.

Un summit, dunque, che guarda al futuro senza mettere da parte i valori e le best practice che hanno caratterizzato e che caratterizzano il passato e il presente dell’Italia. Con questi presupporti, auspichiamo che si proceda verso il rafforzamento della cooperazione a livello globale sui temi della sicurezza e della migrazione, lontano dai muri e dal filo spianto.

Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno - Paulo Coelho

Fulvio Rocco de Marinis

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